
Mai come in questo momento storico le imprese hanno imparato ad apprezzare le potenzialità produttive dei metodi di lavoro a distanza. Adattarsi a queste novità ha però posto nuove sfide da affrontare, come la difficoltà di organizzare il team di lavoro non più in ufficio, con i cari vecchi brief, bensì a distanza, ognuno con lo schermo del proprio PC davanti agli occhi.
Un aiuto concreto in questo senso ci viene da Telegram, la piattaforma di messaggistica istantanea che troppo spesso viene (erroneamente) associata a WhatsApp. Oggi parliamo di questo potentissimo mezzo con Marta Pellizzi, esperta di Telegram che ci aiuterà a capire come gestire ed organizzare i nostri gruppi di lavoro sfruttando le potenzialità di questa straordinaria piattaforma.
Parlaci un po’ di te! Qual è stato il tuo percorso di studi e professionale?
Mi presento brevemente: sono Marta Pellizzi e da alcuni anni mi sono focalizzata con la mia attività professionale su Telegram.
Ho studiato Scienze e tecnologie della comunicazione a Ferrara e mi sono laureata nel 2018 con una tesi sperimentale dal titolo “Teatro sociale e disabilità”. Il mio percorso di studi è stato maggiormente orientato a insegnamenti quali il teatro e la storia, e confesso di non aver studiato marketing seppur il corso mi ha comunque dato basi solide riguardo la comunicazione.
Ho iniziato a occuparmi di social network per caso, durante lo stage universitario. E devo dire che da lì a poco ho iniziato a studiarne le potenzialità come autodidatta e formandomi principalmente online.
Oggi posso dire di aver appreso tutto quello che insegno direttamente sul campo. In sei anni di esperienza ho macinato migliaia di esperienze, seguito centinaia di progetti e insegnato a innumerevoli freelance e imprenditori come poter sfruttare i social network per fare personal branding attraverso strategie basate su contenuti efficaci.
Mi definisco Telegram Trainer e Digital Marketing Strategist che per metà ha donato il suo cuore ai libri e alla storia, queste due ultime sono grandi passioni che mi regalano tanto e arricchiscono la mia vita difficile e complicata.
Come e quando hai conosciuto Telegram?
La nostra storia d’amore compie quest’anno 3 anni. 😀
Dai, scherzavo. Ho conosciuto Telegram perché un collega me lo aveva consigliato. Ma, come in tutte le cose sbagliate che ho fatto in passato, non ho avuto la capacità e la pazienza di provarlo come strumento. E l’ho lasciato perdere. Era il 2016.
Poi mi sono nuovamente iscritta nel 2017. E non ho più lasciato la piattaforma.
Telegram non mi aveva convinto all’inizio, ma non perché fosse inutile, semplicemente perché non ero consapevole dell’oro che avevo avuto la fortuna di ricevere. Come me, tanti milioni di italiani tuttora commettono l’errore di installarlo, non usarlo e disinstallarlo poco dopo.
... e cosa ci dici della tua opera di sensibilizzazione nei confronti dell’uso di Telegram da parte, soprattutto, degli imprenditori. Io noto spesso tanta diffidenza, anche da parte dei professionisti del settore. Secondo te da dove nasce e come possiamo abbatterla?
Ho imparato dall’errore e se qualcuno mi propone qualcosa di nuovo non dico più “Proverò” ma “Da dove posso iniziare?”.
Credo sia normale diffidare. Non è normale non avere voglia di provare.
Il mio consiglio è semplice: Telegram deve essere installato e provato. Può fare la differenza a molti livelli, sia nella promozione del proprio brand, sia come strumento da integrare in un piano marketing o, banalmente (che banale non è) da usare nella gestione delle comunicazioni di lavoro.
Sto lavorando in modo assiduo, divulgando il corretto uso di Telegram e credo che molti professionisti e consulenti che operano nel settore del marketing abbiano iniziato a usarlo proprio in conseguenza a un mio consiglio.
Il tuo libro si chiama Rivoluzione Telegram. Ma dov’è la vera “rivoluzione”? Cosa rende questa applicazione così diversa dalle altre?
Se dicessi al lettore che ogni azione quotidiana può essere agevolata e ottimizzata grazie all’uso di Telegram?

La mia vita quotidiana è scandita da ritmi precisi e sono fortunata di poter contare su una piattaforma che mi offre tutto per poter gestire la mia routine. Se devo ricordare qualcosa per il giorno dopo, ho i promemoria. Se devo ricordare un appuntamento alla mamma o ai miei clienti, ho i messaggi programmabili. Se devo prendere appunti, salvare velocemente una foto in cloud, apro Telegram, e registro pure audio. Se devo gestire un progetto con altri colleghi o clienti, creo un gruppo privato. Se devo raggiungere migliaia di persone creando in pochi minuti un post formattato con reactions e tastiere CTA, apro il mio canale Telegram.
E le cose da dire sul conto di Telegram sarebbero davvero tante.
La rivoluzione secondo me sta nel fatto che possiamo ottimizzare le nostre performance giornaliere personali o lavorative facendo praticamente la totalità delle attività con Telegram, senza usare mille altre app o metodologie. E poi solo con Telegram puoi chattare con chiunque senza dare il tuo numero di telefono, iscriverti a gruppi e canali rimanendo anonimo (cioè senza mostrare il tuo numero) e condividere in un tap cartelle parecchio pesanti (fino a 1,5 GB). Credo che questi siano elementi che distinguono Telegram da altri strumenti “in commercio” che, a differenza del primo, ci profilano e ci usano per venderci qualcosa.
Telegram è una delle poche piattaforme al mondo che non ha sistemi di advertising che richiedono alla sua utenza di essere tracciata. Quindi, se stiamo su Telegram, siamo al sicuro dalle inserzioni pubblicitarie.
Quali sono le funzionalità che preferisci di Telegram e perché?
In ordine: canali pubblici, promemoria, messaggi programmabili, messaggi salvati, chat segrete. 🙂
Spesso definiamo Telegram come un’app di messaggistica istantanea, un po’ come WhatsApp, ma le potenzialità di questo strumento sono molto più ampie. Per esempio nella gestione dei gruppi di lavoro. So che presto terrai un corso a riguardo. Quali sono i benefici che può offrire questo tool rispetto ad altre piattaforme di gestione del team?
Definire Telegram come app di messaggistica è errato perché Telegram non lo è. In realtà la messaggistica è solo una delle funzioni utilizzabili di Telegram.
Telegram è una piattaforma multi-funzione utilizzabile da privati e professionisti per le sue innumerevoli funzionalità.
I gruppi sono a mio avviso il grande potenziale di Telegram perché possono essere di due tipi: pubblici e privati. Entrambe le tipologie di gruppi Telegram possono avere fino a 200mila iscritti e per permanere (o iscriversi) in un gruppo non è necessario mostrare il numero. Funziona tutto tramite username.
I gruppi privati in particolar modo, consentono l’accesso solo a coloro che sono invitati o ne possiedono il link d’invito.
Poi è possibile usare un pannello di controllo per gestire la comunicazione in modo unificato (impedire di pubblicare GIF, impedire di condividere foto, etc.). Un iscritto in un gruppo può creare messaggi formattabili, creare promemoria, avviare sondaggi o condividerne, interagire con gli altri, rispondere rapidamente, pubblicare foto e video non compressi con qualità in originale, allegare cartelle zippate o inviare audio lunghi (che gli iscritti possono ascoltare, in mancanza di tempo, con la velocità doppia 2X)
Gruppi di lavoro… Ma anche i contatti con clienti. Consigli questo strumento anche per la gestione dei progetti da parte dei freelance?
Certo. Freelance e consulenti d’azienda possono gestire i progetti coinvolgendo il cliente e il team dedicato in un gruppo unico all’interno del quale si possono condividere documenti, materiale in originale e scambiare messaggi. Il materiale potrà poi essere scaricato senza che la qualità ne subisca variazioni. La comodità nell’usare questi gruppi è che ogni file multimediale è ritrovabile in pochi passaggi e i messaggi sono ricercabili grazie alla ricerca interna.
Quali sono le differenze tra “gruppo” e “canale” Telegram e quale fra questi due consigli per la gestione del team o gruppo di lavoro?
Un gruppo è un luogo dove tutti possono scambiarsi messaggi, quindi conversare e vedere la cronologia in modo unificato. Un canale è invece un sistema di broadcasting in cui “uno” parla ai suoi iscritti, e gli iscritti non possono rispondere (solo interagire attraverso reactions qualora fossero aggiunte ai post dagli admin del canale).
I progetti devono essere valutati attentamente. In linea di massima per la gestione in team di progetti consiglio un gruppo privato, cioè non visibile all’esterno e accessibile solo agli iscritti (così il materiale condiviso e i messaggi non vengono visti da altri).
Consigli l’uso dei bot per la gestione di un gruppo di lavoro e, se sì, quali sono quelli più utili?
Per la semplice gestione di progetti non è necessario installare bot o usarne di terzi. Per snellire il lavoro e permettere una comunicazione efficace, sconsiglio l’uso di bot. Non c’è bisogno di un bot per formattare un post, programmarlo, creare o condividere sondaggi diretti.
I bot sono necessari solo per particolari progetti. Ad esempio se si vogliono condividere post programmabili con reactions e tastiere CTA, allora sì, è necessario un bot per lo scopo.
Grazie per tutte queste informazioni, quali sono i prossimi appuntamenti nella tua agenda? Dove possiamo trovare i tuoi splendidi consigli nei prossimi mesi?
Grazie a voi per avermi dato l’opportunità di parlare di me e di Telegram.
Il primo appuntamento è il corso online che tratta proprio i gruppi Telegram.

Per il 16 giugno è prevista la formazione professionale per i freelance e i consulenti che vogliono aumentare le performance del team nella gestione del lavoro a distanza usando Telegram.
Per rimanere aggiornati e ricevere guide gratuite sull’uso di Telegram c’è il mio canale pubblico t.me/martapellizzi e il mio profilo LinkedIn.