donna influencer selfie

L’estate 2020 verrà ricordata per un tormentone estivo che ha toccato vette altissime di diffusione e condivisione. Non c’entrano film, canzoni e ritornelli: il vero leitmotiv di questa stagione è stato “Buongiorno da Mondello”, dell’ormai nota Angela Chianello, palermitana resa celebre grazie ad una breve intervista per una nota trasmissione tv.

Solo alla fine dell’estate, “Angela da Mondello” ha aperto il suo profilo Instagram acquisendo quasi 150mila follower in un solo giorno. Cifre da capogiro, che hanno portato il suo nome in prima pagina su tutte le testate quotidiane, con titoli quali “Angela da Mondello diventa influencer” e simili.

Attenzione, però, al termine influencer. Come fa notare Ninjalitics all’indomani dello scoppio di questo caso mediatico, avere tanti follower e acquisirli in un breve periodo di tempo non trasforma nessuno in un influencer. Anzi, tutt’altro: il vero influencer può non avere big numbers di followers e like, ma ottenere un engagement altissimo e un tasso di conversione che renderebbe felici molte potenziali aziende partner.

Cos’è (davvero) un influencer

L’influencer, per sua stessa definizione, influenza. Non lo fa con tecniche di persuasione, con opere di convincimento, con strategie di marketing a lungo termine. L’influencer è esso stesso un brand, che costruisce il suo pubblico a suon di contenuti: foto, reels, video brevi, tutorial, articoli blog, eventi offline e molto altro.

I contenuti creativi rispecchiano la sua personalità, e fanno sì che chi “inciampa” nel suo profilo possa a sua volta rispecchiarsi in una persona simile o di ispirazione, tanto da lasciare quel famoso “like” per iniziarlo a seguire.

Tra l’influencer e il suo pubblico si instaura un vero e proprio rapporto di fiducia. Non importa quale sia il minimo comune denominatore: giorno dopo giorno, il follower sentirà una sintonia sempre crescente con l’influencer; non diventa un beniamino o un idolo, ma un amico fidato, qualcuno da ascoltare perché i suoi consigli sono sensati e simili al nostro modo di pensare.

Partendo da questo presupposto, va da sé che più piccola è l’audience di un influencer, più alte sono le possibilità che i suoi followers siano realmente coinvolti e interessati a ciò che dice.

Ecco perché le piccole e medie aziende preferiscono lavorare con micro influencer (fino a 100mila followers) e nano influencer (fino a 10mila followers), anziché con influencer dai numeri eccezionali: nelle cifre più piccole risiede spesso la genuinità di un rapporto di stretta fiducia tra follower e personaggio pubblico.

Come scegliere l’influencer giusto

Con l’avvento dei bot che acquistano follower finti e gonfiano le statistiche, guardare il numero di seguaci e i like su ogni post non basta a definire tale un influencer.

Esistono programmi online, come il già citato Ninjalitics, che permettono di constatare l’incremento dei followers nel tempo, il loro grado di interesse ai contenuti pubblicati (engagement), le variazioni settimanali e mensili sui like e i nuovi seguaci, e molto altro.

Oltre ai numeri, però, la scelta di un influencer per rappresentare al meglio i propri prodotti dipende da altre variabili che determinano realmente il successo di una partnership – o il suo fallimento, di riflesso, se a monte non vengono fatte delle analisi precise sull’influencer adatto.

Per acquisire nuovi clienti attraverso l’influencer marketing è indispensabile stabilire un rapporto di fiducia con gli stessi utenti che seguono l’influencer, entrando in contatto con persone che, oltre ad apprezzare l’influencer stesso, possano apprezzare nella stessa misura i nostri prodotti.

Ciò significa che il vostro brand e quello dell’influencer devono essere simili o, quantomeno, avere determinate caratteristiche in comune:

  • Pubblico in target. Anche gli influencer si differenziano per settore di appartenenza: esistono fashion influencer, invitati alle sfilate e fotografati dai brand del settore moda; game influencer, specializzati nel settore videogiochi; beauty influencer, che parlano di skincare e di make-up. Se il vostro prodotto si colloca in una di queste categorie, sarà più facile sintonizzarsi sulla stessa audience e conquistare i loro followers.

  • Piattaforma. Sì, esiste Instagram, che rende più semplici le condivisioni e i like, ma non solo: molti influencer hanno canali Youtube per tutorial e video interviste, o community Facebook molto attive e ad altissimo tasso di interazione. Ultimo, ma non ultimo, Tik Tok, che nel 2020 ha inglobato influencer di ogni provenienza con video ad alto engagement.

  • Stile creativo. Il modo in cui gli influencer elaborano i propri contenuti è da tenere in considerazione per capire se possono ben sposarsi con lo stile della vostra comunicazione. Questo tassello è importante soprattutto in caso di comunicazioni istituzionali o dai contenuti sensibili, che vanno sempre affidati a persone trasparenti e oneste, capaci di ispirare grande fiducia.

Un influencer può anche non far parte del settore di mercato specifico del vostro prodotto, ma deve comunque aver mostrato un interesse verso prodotti che ne fanno parte.

Molti influencer, infatti, non fanno parte di precisi settori merceologici: sono semplici ragazzi che, raccontando la propria vita, le proprie passioni e i propri interessi, ottengono un seguito tale da poter condividere potenzialmente qualsiasi prodotto.

Potenzialmente, per l’appunto: non bisogna mai lasciarsi abbindolare dai grandi numeri, e chiedere ad un influencer di sponsorizzare qualcosa molto lontano da lui, che non verrebbe minimamente considerato nemmeno dai suoi seguaci.

Questi sono alcuni consigli da cui partire per cercare un influencer che faccia al vostro caso. In occasione della Tavola Rotonda, il nostro evento formativo che si terrà a Capo d’Orlando il 16 e 17 ottobre, ospiteremo Matteo Pogliani, tra i più grandi esperti di influencer marketing in Italia. Hai già acquistato il biglietto?

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